Un passo avanti verso la realizzazione degli Eurobonds

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Articolo a cura di Melissa Marinangeli, laureanda magistrale in economia internazionale nel percorso doppia  laurea UniTo – Iae Lyon  

Negli ultimi mesi, nelle case degli italiani, hanno fatto ingresso a gamba tesa molte parole appartenenti al  vocabolario economico. Tra di esse vi è sicuramente ‘Eurobonds’. Ma cosa sono?  

Gli eurobonds sono titoli obbligazionari emessi in «comune» dai paesi appartenenti all’Unione economica  monetaria europea. Con la loro emissione, tutti gli Stati membri del’ UE diventano responsabili del debito  in maniera congiunta, ciò vuol dire che se uno stato non fosse in grado di ripagare il suo debito al momento  della scadenza dell’obbligazione, gli altri stati, si sostituirebbero all’inadempiente.  

Possono essere altrimenti definiti come titoli di stato comunitari che hanno come scopo, quello di facilitare  la raccolta di liquidità ai paesi in difficoltà poiché presenterebbero tassi d’interessi più bassi rispetto a quelli  pagati sui titoli di stato da quest’ultimi. 

E’ doveroso sottolineare l’importanza del costo del indebitamento ai fini della sostenibilità del debito  pubblico. Ogni paese infatti, per coprire le spese dei servizi offerti ai cittadini non coperte tramite le imposte  statali, si indebita emettendo obbligazioni sulle quali paga regolarmente interessi oltre che impegnarsi alla  restituzione della somma ricevuta al momento della scadenza. Se questi interessi, per via della scarsa  affidabilità del emittente, sono molto elevati, l’onere gravante sulle tasche dello stato sarà tanto maggiore  quanto maggiore sarà il rischio paese.  

Tramite l’emissione degli Eurobonds il rischio debitore verrebbe percepito come molto basso in quanto  parteciperebbero alla loro emissione, stati come la Germania che presentano situazioni economiche cosi  sicure da avere tassi d’interesse negativi.  

La mutualizazione del debito dietro alla loro emissione rende scettici gli stati più virtuosi in quanto si teme  che paesi con conti pubblici più disastrati possano aumentare irresponsabilmente il loro debito, riversando il  rischio ed il costo del debito sugli altri paesi emissori.  

L’idea dei bonds europei fu proposta per la prima volta durante la presidenza alla commissione Europea di  José Emanuel Barroso, come risposta alla crisi del debito sovrano. Il Ministro italiano dell’economia  Tremonti ed il Presidente dell’Eurogruppo Juncker, in un articolo sul Financial Times, lanciarono l’idea di  un’Agenzia europea del Debito (EDA) destinata a sostituire l’EFSF, con il compito di emettere titoli di Stato  europei da loro denominati come: ‘E-bonds’.  

Da allora le proposte di attuazione sono state molteplici ma nessuno è mai riuscito a trasporli nella realtà  finanziaria, anche se di recente un passo avanti è stato fatto.  

Il 20 ottobre 2020 sono stati emessi bond comunitari per il fondo SURE (Support to mitigate  Unemployment Risks in an Emergency) sul mercato obbligazionario, i quali hanno ottenuto un ottimo  risultato. Il rating fatto registrare dai Sure Bond è stato valutato come di massima affidabilità da tutte le  maggiori agenzie come Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s.  

La forte domanda sul mercato per questi titoli, lascia ben sperare per la futura realizzazione di veri  Eurobonds.  

 

Fonti:  

– ECB – Cronologia della crisi 2007-2012 a cura di Enrico Galanti, Banca d’Italia  

– https://www.ilsole24ore.com/art/sure-100-miliardi-prestiti-condizioni-favorevoli-sostenere-lavoro ADuXCWy

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