I motivi per cui stampare moneta non è la soluzione alla crisi

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Articolo scritto da Giulia Guadalupi, studentessa in Management @Unimercatorum

In periodi di crisi economica, in particolare ai nostri tempi, quelli del Coronavirus, ci si potrebbe chiedere se la soluzione non è semplicemente quella di stampare più moneta. La risposta è un secco NO. Di seguito ne illustro i motivi, dapprima facendo alcune premesse.

PREMESSE

  • COSA SONO LA RICCHEZZA E LA MONETA

Innanzitutto, va precisato che la ricchezza non è rappresentata dal denaro, ma dai beni che hanno un valore intrinseco e il cui prezzo esprime il loro valore di scambio. Lo scambio dei beni nelle società moderne è reso possibile attraverso la moneta (alternativa al vecchio baratto) che esprime il rapporto tra i prodotti, essendo dunque non ricchezza ma soltanto un mezzo. La moneta viene emessa dalle Banche Centrali indipendenti non lasciando la responsabilità ai governi che altrimenti facilmente potrebbero risolvere problemi di spesa e deficit pubblico ricorrendo a nuove emissioni. In particolare, l’Italia ha ceduto la sua sovranità monetaria nazionale all’UE, non potendo decidere in autonomia i quantitativi di moneta da emettere, ma dovendosi affidare al processo dell’Eurozona, governato dalla BCE. L’Italia non può indebitarsi autonomamente, ma deve rispettare i parametri del Trattato di Maastricht, dovendo mantenere il deficit sotto il 3% del rapporto col il PIL e il debito pubblico entro il 60%.

  • COSA FANNO LE BANCHE CENTRALI

Le Banche centrali “governano” l’economia decidendo quando e quante risorse immettere nel circuito. Quando la Bce con il Quantitative Easing decide un massiccio acquisto di titoli di Stato dei Paesi membri o decide di emetterne di nuovi per stimolare l’economia e favorire la ripresa (è il caso attuale dei Recovery Bond) non fa altro che manovrare le leve monetarie “pompando” moneta nel sistema o, quando l’economia corre troppo, sottraendola. La BCE può quindi creare moneta emettendo titoli di nuova emissione come gli Eurobond o i Recovery Bond che verranno acquistati dai mercati finanziari perché saranno garantiti dalla solidità dell’Eurozona, che dispone di adeguate riserve per rimborsarli. L’Italia non potrebbe farlo da sola perché le costerebbe molto di più: siccome è considerato un Paese debole, spunterebbe sul mercato tassi di interesse molto più alti (che aumenterebbero il costo del debito).

ARRIVIAMO AL PUNTO

  • Allora quanto denaro si può stampare? Quello che serve per mantenere il rapporto effettivo con la quantità dei beni prodotti e circolanti. Un surplus di moneta non incrementerebbe il potere di acquisto in termini reali. Bisogna poi stare attenti al rapporto di cambio con le valute degli altri Paesi (un’emissione eccessiva deteriorerebbe la valuta nazionale, facendole perdere potere d’acquisto nella bilancia commerciale) ed al tasso di inflazione.

Perché non si può stampare troppa moneta? Se viene immessa troppa moneta sul mercato, il suo valore scende e quella moneta si svaluta (dovendo altresì tener conto che importiamo ed esportiamo da altri Paesi), riducendo quindi la ricchezza che già c’è (oltre a non crearne di nuova): serviranno più soldi per acquistare la medesima quantità di prodotto di prima e quindi con la stessa banconota (per esempio da 20 euro) si potranno

  • acquistare meno beni di prima perché il suo valore reale diventerà inferiore rispetto alla cifra nominale su di essa stampata; infatti, più soldi si stampano, più ce ne sono in giro e nelle tasche, meno valgono nella realtà degli scambi. È il fenomeno dell’inflazione, la crescita del livello medio dei prezzi, che accade perché il quantitativo di denaro è diventato eccessivo rispetto al fabbisogno necessario per mantenere i prezzi in equilibrio.  Ciò comporta che le imprese devono pagare di più i propri fattori produttivi – a partire dagli stipendi degli operai e degli altri lavoratori – e sono costrette ad aumentare i prezzi di vendita dei beni prodotti per rientrare nei costi. Questo innesca un circolo vizioso, la cui unica via di uscita si intraprende riducendo la quantità di moneta in circolazione.

CONCLUSIONI

Il rimedio di emettere troppi soldi non servirebbe ad aumentare la ricchezza nel paese, ma solo ad aumentare l’inflazione a causa della svalutazione della moneta, perché “Non conta quanta carta moneta circola in uno Stato ma quanta ricchezza reale vi è, ossia quanto quello Stato produce”. Stampare più moneta non è quindi la soluzione alla crisi, ma al contrario ci renderebbe tutti più poveri.  

SITOGRAFIA: https://www.laleggepertutti.it/391092_stampare-piu-soldi-per-uscire-dalla-crisi

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