Risultati del MES in Spagna, Grecia e Cipro

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Articolo scritto da Leonardo Iania, studente di Economia e Management @Università degli Studi di Parma

Il MES nasce come successore dell’EFSF, che era uno strumento temporaneo pensato per reagire alla crisi che investì l’Europa successivamente a quella dei mutui sub-prime e ha aiutato Portogallo e Irlanda. Dal 2012 in poi entra lo strumento diventa un’organizzazione stabile e prenderà il nome di MES di cui da un po’ si sente parlare spesso. È stato utilizzato, fino ad ora, da Spagna, Grecia e Cipro, vediamo i risultati ottenuti.

Prima di vederli nel dettaglio, è doveroso premettere che l’intervento dell’UE e del MES in particolare, nonostante la narrativa sbagliata che spesso si vede in Italia, ha aiutato molto i Paesi in crisi, anche se con inevitabili effetti negativi da supportare (che però, forse, sarebbero stati anche peggio senza l’intervento esterno).

Risultati in Spagna

Nel decennio precedente alla crisi, la Spagna cresceva e la sua economia era molto forte. Anche lì il settore immobiliare vide una grande crescita (prezzo nominale delle case triplicato dal 1997 al 2008 e prezzo reale più che raddoppiato), gonfiato dalla facilità di ottenimento di prestiti da parte delle banche. Questo fino all’arrivo del credit crunch, quando le banche iniziarono a registrare le prime perdite e di conseguenza crollò anche il mercato immobiliare.

Figura 1-Real House Pricing in Spagna dal 1998 al 2018 – 2015=100 – Si nota la crescita pre-crisi e il successivo crollo.

Nel 2011 la Spagna entrò  in recessione, con le banche che non erano più in grado di fornire prestiti: da qui nacque il bisogno del MES, richiesto formalmente a Luglio 2012. L’obiettivo era quello di ricapitalizzare le banche che avevano sofferto nella crisi e far riacquistare credibilità sul mercato.
Ci saranno a disposizione 100 miliardi di euro, ma la Spagna ne userà solo 41.3 divisi in due tranche:

  • 39.468 miliardi assegnati il 11/12/2012 – da restituire dal 2022 fino al 2027
  • 1.865 miliardi assegnati il 05/02/2013 – da restituire dal 2024 fino al 2025

che la Spagna ha iniziato a restituire volontariamente da Luglio 2014 e ad oggi, con 9 rimborsi volontari, ha restituito il 57% del totale.

Per quanto riguarda gli effetti, vediamo quelli a fine 2019, senza tener conto ovviamente della crisi successiva alla pandemia di Covid-19.

Mentre fino al 2013 la Spagna aveva una “crescita” sotto lo 0, (nel 2013 anno pari a -0.3), dall’anno successivo a fine dell’intervento del MES (2014), come si vede nel grafico sotto, cresce e supera anche la media dell’Area Euro, in quell’anno di quasi un punto percentuale (2.4 contro 1.55) mantenendosi più in alto anche gli anni successivi.

Figura 2 – Confronto Spagna e Area Euro – % di crescita del PIL Reale

Inoltre, come si vede nei due grafici messi a confronto sotto, la Spagna ha dovuto fronteggiare con la crisi dei mutui sub-prime prima e del debito sovrano dopo un forte calo dell’occupazione e aumento della disoccupazione, raggiungendo il primato (in negativo) in Europa.
La situazione inizia a migliorare dal 2014 (anno di fine programma MES), con posti di lavoro creati come conseguenza della crescita economica.

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Figura 3 – Tasso di Occupazione e Disoccupazione in Spagna – fonte: FRED

Infine, l’intervento del MES e soprattutto gli ottimi risultati perseguiti dalla Spagna hanno permesso il recupero di fiducia da parte del mercato, consentendo al Paese di finanziarsi a costi minori. Come si evince dal grafico, il rendimento a 10 anni dei titoli di Stato spagnoli scende già a partire dalla richiesta formale di intervento del MES (Luglio 2012) in cui si avvicinava al 7% e già in 2 anni è a 2,67% (Luglio 2014)

Figura 4 – Rendimento a 10 anni dei Titoli di Stato per la Spagna – Fonte: FRED

Come si legge dal Rapporto OECD (2017) sull’economia spagnola “La Spagna sta vivendo un recupero robusto dopo una profonda recessione, con riforme strutturali che contribuiscono ad alti tassi di crescita ed alla graduale riduzione della disoccupazione”.

Risultati in Grecia

La situazione di partenza greca è nota ai più, gli aiuti Europei e del Fondo Monetario Internazionale partono dal 2010. Il programma era però ancora EFSF, “antenato” del MES che invece è entrato in campo dal 2015 con un programma triennale approvato il 19 Agosto di quell’anno. 

I 4 pilastri su cui si basavano le riforme richieste erano già annunciati nella conferenza stampa di annuncio:

  1. Restaurare la sostenibilità delle finanze pubbliche riformando l’IVA,le imposte sul reddito e le pensioni; 
  2. Salvaguardare la sostenibilità finanziaria (ad esempio con la ricapitalizzazione delle banche);
  3. Favorire crescita ed investimenti con la riforma del lavoro, privatizzazione di alcuni settori e apertura al mercato del settore gas e luce;
  4. Migliorare il settore pubblico  riducendo di un quarto la sua dimensione totale, aumentando la competitività per l’assunzione e riformando il sistema giuridico

per un totale di 86 miliardi di euro utilizzabili, anche se poi la Grecia si è fermata a 61.9 – che saranno rimborsati dal 2034 fino al 2060.

Per quanto riguarda la sostenibilità del bilancio pubblico, come mostrato nel grafico immediatamente successivo, la Grecia arrivava da un lungo periodo di deficit che nel 2009 era pari al 15.1% del PIL. Con l’intervento del MES (ovviamente, come gli altri risultati, tutto è frutto anche dei programmi del EFSF) la Grecia è riuscita ad ottenere a partire dal 2016 un surplus di bilancio che, nel 2019, era l’1.5% del PIL.Immagine che contiene mappa

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Anche dal punto di vista del Prodotto Interno Lordo Reale la Grecia ha visto una crescita in linea con l’Area Euro durante il programma MES. Addirittura, come mostrato nel grafico, la crescita nel 2019 supera quella dell’Area Euro.

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Figura 6 – Rielaborazione personale su dati del Fondo Monetario Internazionale

Come per la Spagna, anche la Grecia presenta livelli di disoccupazione molto alti. È importante però tenere conto dell’andamento: dal 2013 in cui raggiunge il picco di 27.5 inizia a scendere fino ad arrivare, nel 2018, a 20.1

Altro dato interessante che emerge dal Factsheet pubblicato sul sito del MES per la conclusione del programma riguarda la disponibilità di cassa del Ministero del Tesoro, che dovrebbe coprire il fabbisogno finanziario per 22 mesi (da agosto 2018) per un totale di 24 miliardi, allontanando ogni rischio collegato.

Infine, un risultato molto importante ottenuto con l’intervento di EFSF e MES da parte della Grecia è quello dell’accesso al mercato facendo diminuire il costo di finanziamento che aveva raggiunto livelli esorbitanti tra la fine del 2011 e la prima parte del 2012; le misure utilizzate sia a breve termine che a medio-lungo possono essere trovate qui.

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Figura 3 – Rendimento bond a 10 anni per la Grecia – fonte: sito MES – Presentazione della conclusione del programma della Grecia

Risultati a Cipro

Il terzo e ultimo paese (fino ad ora) ad aver utilizzato il MES è stato Cipro. Anche qui, infatti, si è scatenata una crisi come conseguenza a quella dei mutui sub-prime. Per quanto riguarda la situazione di partenza, Cipro cresceva a ritmi molto alti nei primi anni 2000, e ha accelerato con l’ingresso in Unione Europea. Ad espandersi in maniera significativa fu il settore bancario, che raccoglieva la maggior parte dei suoi fondi da depositanti esteri e li utilizzava per erogare prestiti ai privati internamente: l’indebitamento privato passò dal 213% del PIL al 310% in 4 anni (2007-2011). 

Il settore era strettamente collegato alla Grecia e, di conseguenza, le condizioni macroeconomiche di quest’ultima influenzavano Cipro in modo diretto: lo scoppio della crisi in Grecia comportò per il settore un rapido aumento dei “Non-performing Loans” (sia interni che, appunto, greci), portando a eccessiva sotto-capitalizzazione.

Il programma del MES inizia ad Aprile 2013 e dura fino a Marzo 2016. Sono 7.3 i miliardi utilizzati a fronte dei 10 messi a disposizione, anche in questo caso gli obiettivi “generici” sono stabilità economico-finanziaria, riforme strutturali e finanziamento sul mercato a tassi ragionevoli.

In termini di GDP, è molto interessante guardare al grafico successivo preso da un Report della commissione europea di sorveglianza sui Paesi che hanno richiesto l’intervento del MES (Post-Programme Surveillance Report – Cyprus, Autumn 2019). La crescita (che supera quella dell’Area Euro) è supportata dal consumo privato, che arriva da un periodo di decrescita e già dalle prime riforme collegate all’utilizzo del MES inizia a crescere, così come gli investimenti nel biennio 2016-2017.

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Mancate riforme che lamentano gli organi del MES sono quelli della privatizzazione del sistema delle comunicazioni e della borsa (Cyprus Stock Exchange) come si legge nel report sopra citato.

Il bilancio pubblico ha visto nei primi 8 mesi del 2019 un surplus del 4.3% del PIL e un avanzo primario pari 5.9%, e nello stesso periodo dell’anno precedente erano rispettivamente 3.5% e 5.1% . In ogni caso, a fine 2018 vi era un deficit pari al 4.4% del PIL, previsto e accettato anche dalla dirigenza del MES in quanto giustificato con le operazioni di supporto al settore bancario.

Il rendimento dei titoli di Stato continua a diminuire, passando da 2.5% a 0.5% in un anno (Settembre 2018 – Settembre 2019) per quelli a 10 anni.

Infine, emblematica è la conferenza stampa dell’allora Ministro delle Finanze Harris Georgiades fatta a Novembre 2015 sui risultati ottenuti dopo l’entrata in campo del MES, con particolare attenzione sulla fiducia che si era persa sia all’interno del Paese che all’estero.

Per concludere, quindi, a differenza di come viene spesso raccontato, l’intervento del MES non ha creato disagi, anzi, (come dicono i dati) ha contribuito a risollevare Paesi che si trovavano in difficoltà economico-finanziaria e che si sarebbero trovati in situazioni sempre più critiche sotto ogni aspetto.

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