Le borse salgono mentre l’economia è in crisi

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L’economia reale in tutto il mondo sta subendo una delle più drastiche contrazioni a seguito della pandemia di Covid-19, mentre in parallelo i valori di borsa continuano ad incamerare rialzi.

Per chi non è comune alla dinamica dei mercati, potrebbe sembrare un’ulteriore conferma dell’irrazionalità comunemente attribuita ai mercati finanziari, ma non c’è nulla di strano perché i mercati scontano il futuro.

Prosegue l’ascesa delle borse azionarie che hanno messo a segno risultati più che positivi nel secondo trimestre 2020. I mercati sono in gran forma, dalle borse asiatiche, al NASDAQ fino alle borse europee si riscontrano andamenti in continua crescita, in alcuni casi i listini azionari hanno raggiunto i massimi storici.

Figura 1: Indice azionario globale

Fonte: Yahoo Finance

Il NASDAQ ha superato il record storico dei 10.000 punti, S&P 500 ha raggiunto il valore più alto dalla crisi del 2000, l’Euro Stoxx 50 ha recuperato quasi l’intero crollo incassato nel primo quadrimestre 2020.

Se guardassimo solo la performance di Borsa azionaria si potrebbe pensare che è ormai tutto alle spalle, l’economia si sta risollevando, anzi, sta performando più di quanto non stesse facendo pre-COVID.

Ma analizzando i dati macroeconomici, le cose non stanno propri così.

Le previsioni dell’economia reale segnalano una crisi senza precedenti, con la disoccupazione che continua a crescere inesorabile. Il FMI ha rivisto nuovamente al ribasso le stime di PIL 2020 e avverte “recessioni ancora più profonde di quanto previsto in precedenza”.[1] Anche le previsioni della Commissione Europea peggiorano: nell’area euro il PIL nel 2020 è stimato in calo dell’8,7%, contro il – 7,7% precedente, per risalire del 6,1% nel 2021, rispetto alla precedente attesa del 6,3%; il calo peggiore è atteso per l’Italia a -11,2% nel 2020 (rivisto da -9,5%) seguito da una crescita di 6,1% nel 2021 (rivista da +6,5%). [2]

L’andamento del mercato finanziario e dell’economia reale viaggiano normalmente all’unisono, ma non è quello che sta accadendo oggi. Il motivo è che i mercati finanziari scontano il futuro, significa che i prezzi incorporano sia il valore di oggi, sia il valore che ci si attende nel futuro.

Ecco perché i mercati finanziari oggi sono in rialzo, stanno anticipando, come è giusto che sia, l’entità dell’aspettativa di crescita delle economie globali nel 2021 e nel 2022, invece di concentrarsi sulle attuali cifre economiche negative. Il sentimento positivo sui listini europei trova anche fondamento nel miglioramento dei dati epidemiologici in Europa, nei piani coordinati delle Autorità europee e nei risultati macroeconomici Q2 2020 che hanno superato i valori attesi.

Le Banche Centrali, le responsabili di gran parte di questo ottimismo nelle aspettative. Loro sono le protagoniste indiscusse di questi mesi, per far fronte alla caduta dei mercati di marzo 2020 hanno messo in essere manovre espansive senza precedenti e in tempi più rapidi rispetto alla crisi del 2008. Con una forza di fuoco che non è mai stata così potente, le BC stanno iniettando un’enorme quantità di liquidità sul mercato, garantendo al contempo tassi nulli o negativi, e, così, hanno permesso al mercato finanziario di non implodere.

Il ruolo che hanno avuto le BC in questa crisi è stato determinante, decisivo per permettere al mercato finanziario di rimanere in piedi, nonostante si trovasse in una situazione instabile già prima della pandemia.

Il risultato è che l’enorme liquidità generata dalle manovre di economia monetaria si sta riversando sul mercato azionario, che oggi appare l’unica alternativa capace di dare aspettative di rendimenti soddisfacenti. Gli investitori si trovano in una situazione di “alternative zero”, attualmente infatti l’unico impiego capace di dare una speranza di rendimento sono unicamente le azioni, le alternative d’investimento non sono allettanti.

Le materie prime sono ai minimi degli ultimi due decenni, si tratta di un settore correlato positivamente con l’economia reale ed è per questo che ne segue l’andamento negativo. Il mercato delle materie prime dunque non apre spazi ad alcun investimento redditizio.

Va fatta un’eccezione per l’oro che sta sfiorando i valori massimi mai raggiunti, ma anche in questo caso non c’è nulla di cui stupirsi. Si tratta di un bene rifugio, acquistato quando ci si vuole coprire dal rischio di inflazione, un’alternativa ai bond che, però, oggi sono strumenti eccessivamente costosi. La crescita esponenziale della domanda dell’oro dimostra che il rischio di un aumento dell’inflazione nell’economia reale sembra preoccupare molti a causa dell’eccesso di liquidità immesso nel mercato dalle Banche Centrali.

Le obbligazioni e i titoli di Stato pagano da anni interessi negativi, risultato delle operazioni di quantitative easing da parte delle BC, prima la FED e poi la BCE, che coprano massicci quantitativi di bond per iniettare liquidità sul mercato, proprio come sta accadendo oggi.

In conclusione, per chi si stia chiedendo se i mercati siano irrazionali ad essere in rialzo nel bel mezzo di una crisi economica la risposta è: “No! Il mercato finanziario sconta il futuro.” Pertanto, oggi esso segue un trend positivo, coerente con le attuali aspettative ottimistiche sul fronte dei contagi, dei risultati macroeconomici e delle manovre della BC.

Al contrario, un mercato che non scontasse il futuro, sarebbe irrazionale, proprio perché prevedibile.

Articolo scritto da Claudia Acunzo, studentessa magistrale in Economia dei mercati e degli intermediari finanziari @UCSC


[1] https://blogs.imf.org/2020/06/24/reopening-from-the-great-lockdown-uneven-and-uncertain-recovery/

[2] https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-economico/2020-3/boleco-3-2020.pdf

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