Digitalizzazione ed Innovational Payment: lati positivi di un periodo negativo

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Articolo scritto da Lorenzo Romanzi, studente di Economia e Management presso LUISS Guido Carli.

Abstract: All’interno di un periodo particolarmente difficile sotto molteplici aspetti, l’Italia vola verso la digitalizzazione e la new digital economy

Premessa

L’Italia è uno dei paesi Europei che ha riscontrato le maggiori difficoltà nei processi di innovazione e digitalizzazione del proprio territorio. I dati dell’indice DESI (Digital Economy and Social Index), parametro dell’Unione Europea per valutare la digitalizzazione dell’economia e della società, sono particolarmente eloquenti: con un punteggio di 43,9 all’ultima rilevazione (anno 2019) l’Italia si colloca al 24° posto tra i paesi membri dell’UE per digitalizzazione, davanti soltanto alla Polonia, Grecia, Romania e Bulgaria. Nonostante un miglioramento rispetto alla precedente misurazione, 28,9 nel 2014, la posizione italiana rimane molto lontana dalla media europea 52,5.

I parametri di riferimento utilizzati per il calcolo dell’indice sono:

  1. Connettività
  2. Capitale Umano
  3. Uso dei servizi internet
  4. Integrazione delle tecnologie digitali
  5. Servizi pubblici digitali

(fonte: Relazione UE DESI 2019 Italia)

La relazione UE DESI 2019 evidenzia che i miglioramenti del paese rispetto alla precedente

misurazione sono avvenuti solamente con riguardo alla “Connettività” ed i “Servizi pubblici digitali”, mentre sono rimasti inalterati i restanti parametri.

Il punto critico della situazione digitale italiana è, come evidenziato nella relazione sopracitata, la sostanziale mancanza dell’utilizzo costante ed abituale di internet. Tre persone su 10 non utilizzano abitualmente internet e circa il 50% della popolazione non detiene le competenze digitali di base, tutto ciò si ripercuote sull’utilizzo dei servizi e degli strumenti online, all’interno dei quali i progressi sono molto modesti. La scarsa domanda influenza l’offerta e ciò determina una scarsa presenza su internet delle PMI (Piccole e Medie Imprese) italiane rispetto a quelle europee, tutto ciò ha un impatto negativo sull’economia italiana poiché le PMI rappresentano la spina dorsale dell’economia nazionale.

Ad aggravare la situazione italiana pesa anche lo scarso utilizzo dei pagamenti digitali o elettronici, anche in questo campo infatti l’Italia occupa uno degli ultimi posti in Europa.

Effetto Lock-Down

Tra i risvolti positivi del periodo di quarantena, che gli italiani hanno dovuto subire in questi tre mesi, vi è sicuramente l’accelerazione del processo di digitalizzazione che il “Bel Paese” stentava ad avviare e che ha riguardato principalmente acquisti digitali e pagamenti elettronici.

In questo senso ha giocato un ruolo importante il lockdown che non ha solamente impedito alle persone di recarsi nei negozi per effettuare acquisti, ma ha anche spinto molti esercizi commerciali ad innovare la formula della loro offerta di prodotti. La chiusura forzata ha portato i commerciati a scegliere se chiudere il proprio negozio oppure aprirsi alla novità e sperimentare il digitale. La maggior parte ha scelto questa seconda via ed in poco tempo molti esercizi commerciali hanno iniziato ad offrire servizi di delivery e di pagamento digitale.

Uno dei dati più interessanti evidenziati da uno studio dell’osservatorio Innovational Payment del Politecnico di Milano è che il fenomeno ha riguardato anche e soprattutto i negozi tradizionali come panetterie, pasticcerie, fiorai o piccoli negozi che hanno avuto aumenti anche del 350% dei pagamenti digitali. I dati sono ancora più sorprendenti se si pensa che prima del lockdown tali esercizi commerciali rappresentavano la parte meno aperta all’innovazione ed alla digitalizzazione dei pagamenti della struttura economica nazionale.  

Un nuovo inizio

I dati rilevati fanno ben sperare, dal punto di vista della digital economy, il lockdown ha rappresentato il punto di svolta per l’innovazione dei pagamenti e dei servizi online nel territorio nazionale che stentavano a fare presa soprattutto tra le piccole e medie imprese. In questo senso la notizia che Google investirà circa 1 miliardo di euro in 5 anni per accelerare la digitalizzazione in Italia attraverso un piano interamente dedicato alle piccole e medie imprese chiamato “Italia Digitale” non può far altro che aumentare la speranza di un cambiamento nella direzione della new digital economy che potrà e dovrà essere la base non soltanto per la ripesa economica della nazione, ma anche il trampolino di lancio per l’economia nazionale all’interno del panorama economico mondiale.

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