Il Target2: tra fughe di capitali, spread e politiche monetarie ultra espansive

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-Articolo di Davide Mollica, laureato in Economia e Commercio presso Università Ca Foscari (Venezia)

Il seguente articolo ha lo scopo di presentare brevemente il sistema  di pagamenti Target2, di dare un’interpretazione ai saldi presentati e descriverne l’effetto sull’economia  reale. Successivamente  si  cercherà  di trovare una sintesi su quali siano i punti critici e i punti di forza di questa piattaforma.

Introduzione

Il Target, ideato nel 1999 come piattaforma di pagamenti per la neonata moneta unica, nasce dall’unione dei singoli sistemi nazionali RTGS 1. Esso è un sistema di pagamenti all’ingrosso su base lorda che consente la mobilità  di  capitali strumenti finanziari all’interno dell’Eurosistema. Attualmente il Target2, è l’aggiornamento del precedente sistema di pagamenti Target, andato in pensione nel 2007; si differenzia dal suo omonimo nella struttura del sistema: infatti esso non è più un’unione di singoli sistemi nazionali, ma è costituito da un’unica piattaforma a cui i diversi utenti europei vi accedono.

1Real-Time Gross Settlement

Gli obiettivi del Target2

Per  capire  l’importanza  di  questo  sistema  di  pagamenti, che  non è soltanto un mero sistema informatico con il compito d’elaborare le istanze di pagamento dei clienti, è bene innanzitutto sottolineare gli obiettivi dettati dalla Banca Centrale Europea che persegue:

  • Traslare le politiche monetarie della Banca Centrale nel mercato unico;
  • Mitigare il rischio sistemico dell’Eurozona;
  • Gestire in modo efficiente i pagamenti transfrontalieri, quindi la liquidità in circolo.

Ora,  una  volta  capito  quali  sono  i  compiti  di  questa  piattaforma,  si  può andare oltre e capire quali siano le grandezze che esso tratta.

Il saldo Target2

Il saldo  Target  di un Paese, è la somma algebrica di tutte le operazioni svolte dagli operatori nazionali con i Paesi esteri, ossia altri partecipanti al Target2. In parole povere, questo saldo descrive l’afflusso o il deflusso netto di risorse liquide ed illiquide da un Paese. Avere un saldo negativo o positivo non è ovviamente la stessa cosa, analizzando il saldo italiano in particolare, ci si accorge del costante deflusso di risorse dal Paese in un ampio arco temporale.

Figure 1: Saldi Target2 (miliardi di euro)

Fonte: Euro Crisis Monitor

In particolare, nel saldo italiano, ma alcune similarità valgono per le altre economie periferiche del sud Europa, questo importo così negativo potrebbe essere spiegato dalle costanti fughe di capitali e in parte anche dal QE, quantitative easing.

Parlando di fughe di capitali, al verificarsi di uno shock esogeno, che ciclicamente colpisce il sistema, gli attori che detengono: titoli di stato italiani, titoli  di debito privato e più ingenerale, liquidità investita nel nostro Paese,  si  disfano di questi strumenti per ”traghettare” questi capitali in porti sicuri, che solitamente coincidono in maggiori centri finanziari più solidi, che detengono una sicura stabilità rispetto ai precedenti investimenti.

Questi centri finanziari si trovano, ovviamente, nei Paesi del nord come la Germania, ora è abbastanza chiaro il motivo del saldo tedesco nei confronti del Target2.

Fughe di capitali e Spread

Per quanto riguarda l’effetto che questa fuga di capitali potrebbe avere sul sistema bancario, uno strumento utile per cercare di capire se ci sia una relazione tra spread e fughe di capitali è rappresentata dal grafico sottostante.

Figure 2: Relazione traTarget2 e spread reale(miliardi di euro)
Fonte: Il sole24 ore

Subito si nota l’andamento inversamente proporzionale delle due poste messe a confronto. Cercando ora di collegare attraverso un ragionamento logico le poste esposte in precedenza: il fatto di ”disfarsi”, ossia di vendere sul mercato secondario, un grande valore di BTP, per esempio, e reinvestire questa liquidità smobilizzata in un’ attività estera, si smuovono due grandezze.

La prima: lo spread subirà una pressione a rialzo a parità di tasso col BUND tedesco, dovuto alla vendita di un grande quantitativo di titoli italiani; la seconda, invece, è il saldo Target2 che subirà un ulteriore peggioramento dato dal trasferimento della liquidità in un altro Paese.

Effetti del QE

Il QE, quantitative easing, porta con sé delle controindicazioni; pur considerando l’effetto più che positivo che ha sui tassi d’interesse sui titoli di stato italiani. Ma l’impatto di questa liquidità sui conti Target2 è a dir poco negativa.

Da una parte il QE tiene a bada, per così dire, lo spread ma l’altra faccia della medaglia è appunto, il costante peggioramento del saldo italiano nei confronti del sistema. Lo stesso ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, rilasciò delle dichiarazioni in proposito:  ”il recente incremento dei saldi Target2 riflette in prevalenza i flussi di liquidità derivanti dal Programma di acquisto di attività […] sono rimasti elevati poiché la liquidità creata dal nostro programma si è concentrata soprattutto in certi Paesi”.

Ecco spiegato come l’afflusso di risorse, anche di altri programmi di sostegno, influisce in maniera negativa sul saldo Target2 nazionale.

Conclusioni

In conclusione, il sistema Target2 muove liquidità all’interno della zona euro, ed è fondamentale che essa circoli per la sopravvivenza stessa della moneta unica. La caratteristica che lo rende così strategico per l’eurosistema è la funzione che svolge, si comporta come cassa di compensazione per gli squilibri presenti nel sistema.

Inoltre il fatto di avere un’unica piattaforma rende auspicabile una maggiore integrazione finanziaria tra paesi, ma è soltanto attraverso una politica monetaria atta a riequilibrare gli squilibri di questi saldi, condizione necessaria ma non sufficiente, che si potrà mirare a una vera integrazione europea.

Referenze

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