Evasione fiscale in Italia ed importanza del fattore culturale

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-Articolo scritto da Thomas Marini, International Finance and Economics @UniMC

Il 2020 è stato un anno particolarmente negativo a causa del tremendo impatto del Covid-19 sulla società. In Italia ci siamo resi conto della forza di questo virus in modo chiaro, a causa della pressione con cui ha aggredito il nostro sistema sanitario, che a più riprese ha vacillato.

Proprio in questo contesto emergenziale ci si interroga sull’impatto che hanno alcuni fenomeni di sottrazione della spesa pubblica che caratterizzano il nostro paese. Uno su tutti è l’evasione fiscale.

Lo scopo di questo articolo è quello di approfondire quella causa che fra le tante sembra essere la meno esaminata dagli economisti: il fattore culturale.

  1. Il fenomeno dell’evasione fiscale: definizione e dati

L’evasione fiscale è un fenomeno che coinvolge tutte quelle attività legali che però, mettendo in opera specifici stratagemmi, riescono a sfuggire alle misurazioni ufficiali con lo scopo di evadere tasse e contributi sociali. Essa rappresenta la voce più importante di ciò che viene definito sommerso che a sua volta fa parte dell’economia non osservata.

Il fatto che questo fenomeno sia sostenuto in Italia è chiaro e comprovato dai dati. Infatti l’economista Carlo Cottarelli sottolinea che nel 2009 in Italia si evadeva il 21% del dovuto, mentre la media europea (calcolata escludendo i paesi dell’ex blocco sovietico) era del 14,5%[1]. Inoltre l’Italia conduce anche la classifica elaborata da IlSole24Ore sui dati di Gennaio 2019 riguardanti l’evasione fiscale pro-capite in Europa che è esposta di seguito[2].

PaeseEvasione Pro Capite (In Euro)PaeseEvasione Pro Capite (In Euro)
Italia3.156Paesi Bassi1.290
Danimarca3.027Spagna1.289
Belgio2.676Slovenia1.260
Lussemburgo2.657Lituania1.088
Malta2.059Portogallo1.072
Finlandia1.934Estonia1.043
Grecia1.847Slovacchia996
Francia1.739Ungheria942
Svizzera1.687Polonia900
Germania1.529Lettonia863
Austria1.468Croazia842
Irlanda1.449Rep.Ceca833
Cipro1.402Romania824
Regno Unito1.312Bulgaria544

Un particolare fattore di preoccupazione è dato dal fatto che in entrambi i dati appena presentati, l’Italia non riesce a stare al passo degli altri paesi dell’Unione Europea e ciò è preoccupante perché potrebbe rappresentare un impedimento per arrivare a quella vera integrazione comunitaria di cui il nostro paese ha bisogno, la quale però richiede a sua volta determinati standard sui più disparati contesti economico-sociali.

  • Le cause dell’evasione fiscale

L’evasione fiscale è generata da molte cause che spesso sono in relazione tra di loro e si influenzano. Tra quelle maggiormente analizzate dagli economisti troviamo:

  • L’alta pressione fiscale a cui è sottoposta un’economia, che è direttamente proporzionale al rischio che i contribuenti sono disposti a correre con l’evasione;
  • La forte burocratizzazione che rallenta anche il processo stesso del pagamento dei tributi;
  • La conformazione industriale di una nazione che vede le piccole imprese avvantaggiate rispetto alle grandi in materia di evasione fiscale in quanto più difficili da controllare.

Riflettendo su queste tre maggiori cause e rapportandole al nostro paese in maniera superficiale sembra chiaro che il livello di evasione sia alto e non potrebbe essere altrimenti.

Bisogna tuttavia fare altre due operazioni fondamentali: innanzitutto analizzare i dati fino in fondo e poi tenere conto di quei fattori più difficili da individuare e relazionare con dati empirici e misurazioni dirette.

Il fattore culturale in particolare è difficile da individuare in quanto esso non appartiene a quella sfera razionale sulla quale spesso gli economisti che fanno analisi quantitative si focalizzano. Nel momento in cui un contribuente si trova a pagare una tassa infatti non si limita ad un semplice ragionamento di causa-effetto ma segue un processo più complesso. Le motivazioni delle sue scelte vanno quindi cercate anche nel contesto socio-economico ed affiancate a quelle sopra elencate. Bisogna poi aggiungere che in tutte le decisioni che le persone prendono c’è la presenza di diversi bias cognitivi i quali influenzano le scelte prese, allontanandole da un percorso razionale.

Un metodo utile per rilevare l’importanza di una nuova causa consiste nel partire dal concetto di Tax Morale o Lealtà Fiscale. Essa è spiegata come la disponibilità dei cittadini di assolvere al pagamento di un’imposta in modo volontario in quanto ritenuto giusto. Ovviamente, seguendo il concetto appena espresso, in uno stato con alta pressione fiscale, alta burocratizzazione ed alta presenza di piccole imprese sembra scontato che (indipendentemente dai fattori morali) gli italiani non siano propensi a pagare le tasse.

Tuttavia, approfondendo i punti già espressi notiamo come essi da soli non siano sufficienti a giustificare l’alto livello di evasione fiscale se non accompagnati da un fattore culturale.

Nel caso dell’alta tassazione possiamo ad esempio sottolineare come nel 2018 (in base ai dati OCSE) l’Italia si trovava al settimo posto per pressione fiscale tra i paesi industrializzati, dietro a sei paesi europei il cui livello di evasione fiscale è comunque inferiore al nostro[3].

Per quanto riguarda la forte burocratizzazione, effettivamente l’Italia è messa peggio rispetto alle altre nazioni industrializzate, tuttavia seguendo il concetto di lealtà fiscale dovremmo sostenere che l’evasione fiscale debba riguardare i cittadini più colpiti dalle lentezze dell’apparato statale i quali si sentono in diritto di evadere, invece in base ai dati della NADEF del 2017 (Nota di accompagnamento al documento di economia e finanza)  si nota come i lavoratori autonomi abbiano evaso il 69,6% dell’IRPEF. In questo caso possiamo notare due particolari: innanzitutto gli autonomi evadono perché rispetto ai dipendenti riescono a sfuggire più liberamente ai tributi, quindi a non pagare le tasse è chi ha la possibilità di farlo e non chi si sente penalizzato dallo stato; inoltre il livello di evasione che riguarda 2 autonomi su 3 è così alto che non può essere semplicemente giustificato con dei pessimi servizi da parte dello stato, in quanto ha una diffusione orizzontale e quasi capillare.

Concentrandoci sul terzo punto, ovvero sulla struttura industriale della nostra nazione, potremmo dire che la forte presenza di piccole imprese ed autonomi è naturalmente una causa primaria dell’evasione in quanto lo stato non ha le risorse per effettuare dei controlli sufficienti. Eppure dietro all’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche), tra le tasse più evase figura l’IVA (imposta sul valore aggiunto) che è una tassa la cui evasione va a soddisfare in maniera diretta anche il consumatore finale e non solo l’azienda.

Infine per trovare la forte relazione tra un fattore socio-culturale ed un fenomeno si può ricorrere ad una ricerca storica. In particolare la radicazione nel tempo del fenomeno e la sua interconnessione con una nazione tende ad essere testimonianza delle sue forti radici culturali. Non a caso, grazie ad uno studio sulla storia della Tax Compliance nel nostro paese (realizzato per Banca d’Italia[4]) si può notare come già nel periodo 1878-1881 a pagare le tasse erano solamente il 72% dei notai, il 43% degli avvocati, il 40% dei medici ed il 20% degli ingegneri.

  • Conclusione: prevenzione unita al contrasto

In conclusione, è bene sottolineare come l’individuazione di un fattore culturale sia fondamentale nello studio di un fenomeno come l’evasione fiscale in quanto aiuta a delinearlo meglio ma soprattutto a capirlo.

Tuttavia è altrettanto importante sottolineare come gli altri fattori non vengano in nessun modo sminuiti. Essi sicuramente in larga parte ricoprono una posizione importante, ma si arricchiscono di un nuovo componente che rende il quadro più completo. Inoltre, è doveroso sottolineare come, nel caso di un tema così complesso ed intricato, i vari argomenti discussi sono tutti collegati tra di loro e non possono essere presi singolarmente e studiati come se fossero isolati.

Indipendentemente dalle relazioni che intercorrono tra le varie componenti, l’importanza dello studio approfondito delle cause di un evento sta nel fatto che esso rappresenta la fase preliminare necessaria per poter poi attuare una forte ed organizzata attività di lotta.

Nel caso dell’evasione fiscale, la consapevolezza di una forte componente culturale è indispensabile per realizzare che di fianco all’attività di contrasto è fondamentale avere anche un’efficace componente di prevenzione. D’altro canto l’affiancamento di una nuova arma rafforzerebbe quell’apparato messo già in atto dallo stato ed affinato nel corso degli anni, senza vanificare gli sforzi fatti in una direzione ma ampliando il raggio d’azione.

La prevenzione più importante potrebbe essere data quindi dall’investimento in un capitale sociale, la cui importanza sarebbe difficile da capire, in relazione al fenomeno dell’evasione fiscale e la sua diffusione in Italia, senza aver prima realizzato quanto la motivazione culturale pesi sulle scelte dei contribuenti.


[1] Dati tratti dal libro “I sette peccati capitali dell’economia italiana”, Carlo Cottarelli, Feltrinelli, 2018.

[2] https://www.ilsole24ore.com/art/gli-europei-evadono-225-miliardi-giorno-record-pro-capite-danimarca-italia-esclusa-ABOyjliB

[3] https://www.ilsole24ore.com/art/italia-settimo-posto-pressione-fiscale-piu-zavorrata-e-francia-ACbQgW3

[4] https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2010-0081/QEF_81.pdf?language_id=1

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