Sul conflitto israelo-palestinese: un’analisi di diritto internazionale

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp
Share on email

-Articolo di Karim Fares, studente di Economia, Università La Sapienza di Roma

Il presente articolo intende inquadrare il conflitto israelo-palestinese nell’ambito delle fonti del diritto internazionale, considerando poi le violazioni del diritto internazionale e la posizione delle organizzazioni internazionali.

INTRODUZIONE

La diplomazia internazionale lavora da anni con l’obiettivo di raggiungere un accordo di pace che metta fine al conflitto israelo-palestinese con la creazione di due stati che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, corrispondenti in linea di massima all’attuale stato d’Israele da una parte e a Cisgiordania e Striscia di Gaza dall’altra. Le basi del conflitto nascono quando lo Stato d’Israele fu proclamato il 14 maggio 1948 allo scadere del mandato britannico. I paesi arabi si opponevano al piano e le forze militari di Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq attaccarono subito Israele. La prima guerra del conflitto israelo-palestinese si risolse a favore d’Israele nel 1949, così come la guerra con l’Egitto (1956), la guerra dei sei giorni (1967) e quella del Kippur (1973). Nel 1979 Israele ed Egitto firmarono la pace. Nel 1982 Israele condusse un’operazione militare in Libano contro le basi dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) nei campi profughi libanesi.

Quali conseguenze ha portato il conflitto israelo-palestinese ai due popoli, ai loro diritti? E quali sono state le risoluzioni internazionali dettate da organizzazioni internazionali come l’ONU che è un soggetto di diritto internazionale?

Dal 1947 fino ad oggi sono state violate da parte dello Stato di Israele innumerevoli risoluzioni emanate dall’ONU (soggetto di diritto internazionale) tra cui:

  • Assemblea Generale risoluzione 194 (1947): profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele;
  • Risoluzione 171 (1962): indica brutali violazioni del diritto internazionale da parte di Israele nel suo attacco alla Siria;
  • Risoluzione 242 (1967): l’occupazione israeliana della Palestina è illegale;
  • Risoluzione 256 (1968): condanna del raid israeliano sulla Giordania e delle palesi violazioni del diritto internazionale;
  • Assemblea Generale risoluzione 3236 (1974): sancisce i diritti inalienabili del popolo palestinese in Palestina all’autodeterminazione senza interferenze esterne, all’indipendenza e alla sovranità nazionale;
  • Risoluzione 446 (1979): stabilisce che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo per la pace e chiede a Israele di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;
  • Risoluzione 605 (1987): deplora vivamente le politiche e le prassi israeliane che negano i diritti umani dei palestinesi;
  • Risoluzione 608 (1988): si rammarica profondamente del fatto che Israele ha sfidato le Nazioni Unite e deportato civili palestinesi;
  • La risoluzione dell’Assemblea generale ES-10/15 (2004): dichiara che il muro costruito all’interno dei territori occupati è contrario al diritto internazionale e chiede a Israele di demolirlo.

Con ciò che è appena stato elencato e illustrato vogliamo far notare come un conflitto porta alla degenerazione e limitazione di molti diritti garantiti dal diritto internazionale, nonostante tutto ciò venga notato e fatto presente dalle Nazioni Unite al resto dei paesi membri condannando più e più volte le azioni delle forze militari israeliane siccome i doveri dell’ONU sono: si impegna a promuovere la crescita economica, mantenere la pace, sostenere i paesi in via di sviluppo e promuovere i diritti umani, la giustizia e il diritto internazionale.

Inoltre sappiamo che negli ultimi periodi le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso diversi palestinesi, indifferenti del fatto che erano presenti tra questi minori, durante le manifestazioni lungo la Striscia di Gaza e in Cisgiordania; molti di loro sono stati uccisi illegalmente, perché non stavano rappresentando alcuna minaccia. Israele ha fallito nell’assicurare le responsabilità e risarcimenti per le vittime di questa gravissima violazione del diritto umanitario internazionale e della legislazione internazionale sui diritti umani. Israele ha mantenuto il suo blocco illegale sulla Striscia di Gaza, sottoponendo i suoi abitanti a punizioni collettive e intensificando la crisi umanitaria. Ha continuato a limitare la libera circolazione dei palestinesi negli Opt attraverso posti di blocco e blocchi stradali. Le autorità israeliane hanno arrestato illegalmente in Israele migliaia di palestinesi degli Opt, trattenendone centinaia in detenzione amministrativa senza accuse né processo. La tortura e altri maltrattamenti dei detenuti, tra cui minori, sono stati commessi con impunità.

Israele ha sfollato oltre 900 palestinesi in Cisgiordania a seguito di demolizioni abitative. Le autorità hanno impiegato una serie di misure atte a colpire i difensori dei diritti umani, giornalisti e altri che hanno criticato il proseguimento dell’occupazione israeliana della Cisgiordania, della Striscia di Gaza e delle alture del Golan siriane. Le autorità hanno negato ai richiedenti asilo l’accesso a un processo di determinazione dello status di rifugiato equo o rapido.

Israele ha continuato a espandere insediamenti illegali e le relative infrastrutture nella Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme est, legalizzando gli avamposti costruiti senza autorizzazione statale israeliana, anche su terre private palestinesi. Il 19 novembre, il governo degli Usa ha annunciato che non avrebbe considerato gli insediamenti israeliani in Cisgiordania illegali ai sensi del diritto internazionale. Il 25 marzo 2019, il presidente degli Usa Donald Trump aveva riconosciuto la sovranità di Israele sulle alture del Golan occupate, contravvenendo alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che dichiaravano illegale l’annessione compiuta da Israele.

Il blocco illegale aereo, terrestre e marittimo di Israele nella Striscia di Gaza, che ha limitato il movimento di persone e merci dentro e fuori l’area, ha continuato ad avere un impatto devastante sui diritti umani dei due milioni di abitanti di Gaza per il dodicesimo anno consecutivo. Queste misure hanno costituito una forma di punizione collettiva. A gennaio, l’Organizzazione mondiale della sanità ha denunciato che il blocco israeliano del carburante a Gaza stava gravemente colpendo ospedali e altri servizi sanitari.

Le autorità israeliane hanno condotto centinaia di incursioni in Cisgiordania per arrestare i palestinesi, di solito di notte, nelle loro case. Sono stati detenuti nelle carceri in Israele, insieme a migliaia di altri palestinesi dell’Opt arrestati negli anni precedenti. Ciò viola il diritto internazionale umanitario, che vieta il trasferimento dei detenuti nel territorio della potenza occupante.

I soldati israeliani, la polizia e gli ufficiali della Agenzia di sicurezza israeliana hanno continuato a torturare e maltrattare i detenuti palestinesi, compresi i minori, impunemente. I metodi segnalati includevano percosse, schiaffi, incatenamenti dolorosi, privazione del sonno, posizioni di stress e minacce. L’isolamento prolungato, a volte per mesi, è stato comunemente usato come punizione.

Anche il Comitato Speciale delle Nazioni Unite per le Indagini sulle procedure israeliane che violano i diritti umani del popolo palestinese sta lottando per i diritti dei palestinesi. Il comitato è stato costituito nel 1968 per affrontare specificamente le violazioni di Israele del diritto umanitario internazionale e del diritto internazionale in materia di diritti umani, sorte in seguito all’occupazione siccome sono presenti prove dove viene mostrato come lo Stato di Israele a titolo di difesa personale non rispetta la maggior parte dei 30 articoli della dichiarazione universale dei diritti umani tra cui l’art. 3 che sancisce il diritto alla vita, l’art.5 che vieta la tortura, e l’art.7,8,9,10,11 che tutelano l’uomo davanti ad un tribunale equo e giusto.

Ogni anno, il Comitato conduce una missione conoscitiva nella regione, e ogni anno, il governo israeliano si rifiuta di partecipare o addirittura di permettere ai membri di entrare nei territori palestinesi occupati. Attraverso indagini, ricerche indipendenti e interviste con membri delle commissioni competenti delle Nazioni Unite e autorevoli ONG, il Comitato redige un rapporto in linea con il loro mandato.

l’Assemblea Generale era “seriamente preoccupata” per il fatto che ai rifugiati palestinesi mancavano ancora i loro inalienabili diritti all’autodeterminazione, alla sovranità e alla possibilità di tornare in patria. L’organismo ha dichiarato:

“Le Nazioni Unite hanno una responsabilità permanente rispetto alla questione della Palestina fino a quando la questione non sarà risolta in tutti i suoi aspetti in modo soddisfacente secondo la legittimità internazionale”.

La Palestina è un argomento importante alle Nazioni Unite dal 1949 ed è stata oggetto di almeno settecento risoluzioni, di cui solo una parte è esposta qui.

Il governo degli Stati Uniti ha forti legami con Israele, e in nessun luogo è più evidente che nelle sale delle Nazioni Unite. L’ex ambasciatore degli Stati Uniti all’ONU, Nikki Haley, una volta ha affermato: “Da nessuna parte il fallimento delle Nazioni Unite è stato più coerente e più oltraggioso del suo pregiudizio contro il nostro stretto alleato Israele”.

Questa è una delle diverse citazioni di personaggi politici di spicco americani che difendono Israele da fatti palesemente illegali secondo il diritto internazionale, addirittura viene giustificata la costruzione del muro, questa barriera è chiamata muro salva-vita da un lato, muro della vergogna o muro dell’annessione dall’altro. Alcuni parlano anche di muro dell’Apartheid. Detto questo notiamo anche le differenza tra l’ordinamento interno israeliano e il credo delle organizzazioni internazionali che riflettono il diritto internazionale, infatti per l’ordinamento israeliano tutte le loro azioni sopracitate compresa la costruzione del muro di separazione sono intese come azioni di difesa e salvaguardia della sicurezza nazionale mentre per l’ONU e le altre organizzazioni internazionali di tutela delle minoranze e dei diritti inalienabili tutte le azioni che abbiamo citato sono condannate come crimini, violenze e violazioni dei diritti inalienabili e del diritto internazionale garantito dal tribunale internazionale.

.

BIBLIOGRAFIA

B.Conforti, Diritto internazionale, Napoli, Editoriale Scientifica, 2015

Dichiarazione  Universale dei Diritti Umani  Microsoft Word – itn.doc (ohchr.org)

Israele e Territori Occupati   Israele e Territori Palestinesi Occupati: le violazioni dei diritti umani accertate nel 2016 (amnesty.it)

Risoluzioni ONU violate da Israele Risoluzioni Onu violate da Israele | Infopal

Basta con le torture e i trattamenti inumani L’appello dell’Onu a Israele: ‘Basta con le torture e i trattamenti inumani’ – Mondo – ANSA

Iscriviti alla newsletter

DIPENDE: la newsletter settimanale in cui ti racconto e dico la mia sugli avvenimenti più importanti nel panorama economico e politico italiano

Facciamoci una chiacchierata

Scrivimi per qualsiasi richiesta

Contattami